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Le migliori varietà di Hashish ad alto contenuto di CBD

“L’hashish (o erba, cioè l’erba per eccellenza, come se gli Arabi avessero voluto definire in una sola parola l’erba, fonte di tutte le voluttà immateriali) porta nomi diversi a seconda del tipo di composizione e del modo di preparazione che ha subito nel paese dov’è stato raccolto: in India si chiama bangie; in Africa, teriaki; in Algeria e nell’Arabia Felice, madjound ecc. “, scrisse Charles Baudelaire in Paradisi artificiali. Hashish in arabo, infatti significa erba, considerata l’erba per eccellenza e ha una storia molto antica.

Le varietà di hashish a più alto contenuto di CBD

hashish cbdL’hashish, gergalmente detta fumo, è una resina che viene ricavata dalle infiorescenze femminili della cannabis sativa, più comunemente nota con il nome di canapa indiana.

A differenza dell’erba, che generalmente si presenta sotto forma di cima essiccata, può assumere aspetti diversi che dipendono dalle modalità di estrazione della resina.

L’hashish differisce dall’erba anche in un altro aspetto, vale a dire nella concentrazione di THC che resta – sebbene nella norma – generalmente superiore a quello contenuto nell’erba light.

Il THC, tetraidrocannabidolo, è una sostanza psicotropa che insieme al CBD, costituisce i principi attivi della cannabis.

Il CBD è cannabidiolo e, oltre a non essere una sostanza psicoattiva, è nota per avere un enorme valore terapeutico (basti pensare che già dal 2007 era possibile acquistare cannabis medica in farmacie ed ospedali).

Il CBD si presenta come una sostanza alleata della mente e del corpo. Contrastando particolari stati dell’ansia come ad esempio il disturbo ossessivo compulsivo e il disturbo post traumatico da stress; combattendo diverse patologie della pelle come la psoriasi e l’acne; prevenendo malattie di tipo neurogenerativo e avente effetti antiepilettici, antispasmodici e anticonvulsivanti, il CBD viene ormai usato in numerose prescrizioni mediche ed è distribuito in vari prodotti.

Ritornando all’hashish, in commercio vi sono molte varietà ad alto contenuto di CBD, acquistabili in tutta legalità su alcuni siti internet.

Il portale cannabislightdistrict, ad esempio, propone l’hashish legale prodotto ottenuto dalla migliore erba light coltivata indoor.

Nella descrizione del prodotto si legge che: “si presenta compatto e leggermente morbido al tatto.

Proviene solo dalla resina dei migliori ceppi di canapa legale certificata (THC -05,%), è coltivata indoor con impianti tecnologicamente avanzati e di ultima generazione.

Presenta un contenuto di CBD molto alto ed è legale al 100%.

La confezione contiene resina derivata dalla lavorazione di infiorescenze di cannabis Sativa L., consentite per gli usi di cui la legge 242/16, e derivate da floricoltura ed iscritte nel catalogo comune della specie di pianta.

Il contenuto di THC è inferiore allo 0,6%”.  

Alcune varietà di hashish legale:

  • Afgan Hash, creato dalla migliore resina di canapa legale coltivata indoor e presenta un colore scuro in tutte le sue parti ma, all’interno, il polline ha il caratteristico colore marrone o verdastro;
  • il Mega Pollen Hash, ha un colore verde-marrone, una consistenza morbida e friabile al tatto e ha un gusto molto deciso in grado di rilasciare un piacevole aroma; 
  • il Libano Oro Hash ha un colore giallo-arancione e si presenta morbido al tatto e facilmente malleabile.

Queste sono soltanto alcune delle varietà che potete reperire facilmente online, ma ve ne sono tantissime altre dato che, grazie al decreto 242 del 2016, in Italia è di nuovo legale l’attività commerciale relativa alla cannabis (con dei parametri e limiti da rispettare),  e dunque il mercato è in continua espansione.

Hashish: un po’ di storia

L’hashish, come abbiamo visto in precedenza, è una sostanza ricavata dalla Cannabis sativa ed è quella storicamente più diffusa tra le popolazioni musulmane.

Le prime attestazioni sull’hashish risalgono a millenni di anni fa, alcuni ritengono ad almeno due o tre mila anni prima della nascita di Cristo.

Il primo documento dedicato all’hashish – sebbene sia ormai andato perduto – risale XIII secolo e portava il titolo di “Zahr al-‘arish fi tahrim al-hashish”.

In Europa, l’uso e il commercio di questa sostanza, si diffonde a partire dalla Rivoluzione industriale e continua per tutto il XIX secolo, soprattutto in Francia.

In questa nazione nacque una particolare associazione nota con il nome di “Circolo dei mangiatori d’Hashish” (“Le club de Hachichins”).

Scrittori, pittori e artisti, ne furono enormi consumatori: Charles Baudeaire, Victor Hugo, Alexandre Dumas (padre), Eugene Delacorix, Honorè de Balzac e numerose altre figure importanti dell’epoca, si ritrovavano nelle stanze del club per fare uso di hashish.

Il medico Jean Moreau, oltre a farne uso, studiò le proprietà e gli effetti dell’hashish tanto che, nel 1845, in uno dei suoi scritti affermò che: “man mano che l’azione dell’hashish si fa sentire con maggior forza si passa insensibilmente dal mondo reale in un mondo fittizio, immaginario, senza perdere tuttavia la coscienza di sé; così che si potrebbe affermare che avvenga una specie di fusione fra lo stato di sogno e lo stato di vegli; si sogna da svegli”.

Secondo Moreau, l’hashish era un mezzo per esplorare le patologie mentali ed era fermamente convinto che, attraverso questa sostanza, si potesse risalire all’origine dei numerosi e diversi disordini che colpiscono la psiche, prima di tutte la cosiddetta follia. Intorno alla canapa (e ai suoi derivati) vi sono numerose curiosità: sapevate che George Washington e Thomas Jefferson ne furono grandi produttori e che la prima versione della Dichiarazione d’Indipendenza Americana fu scritta su un foglio di canapa? E che è inoltre citata nella Bibbia con il nome di Qaneh Bosm?

Nell’Esodo, infatti, vi è un passo in cui Dio dice a Mosè di procurarsi i migliori aromi tra cui l’hashish, appunto (“cinquecento sicli di mirra liquida, duecentocinquanta, cioè la metà, di cannella e duecentocinquanta di Qaneh Bosm, cinquecento sicli, in base al siclo del santuario, di cassia e un hin di olio d’oliva”).

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