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Parere del Consiglio Superiore Sanità sulla Cannabis light: le conseguenze
In data 10 Aprile 2018 come è noto è stato pubblicato il Parere del Consiglio Superiore sulla vendita di infiorescenze di Cannabis light delle quali, a parere del CSS, ne andrebbe limitata la vendita in quanto non se ne può escludere a priori la pericolosità per determinate categorie di individui come minori e donne in gravidanza.
Ebbene, quali conseguenze possono derivare? La vendita di fiori di Cannabis light deve considerarsi vietata, o comunque verrà vietata? La risposta a tali interrogativi è un “no” categorico, vediamo perchè.
Tale parere/raccomandazione non ha alcun effetto in primo luogo in quanto confligge con la Legge n. 242/2016, la quale infatti consente la libera produzione di Cannabis con THC fino allo 0,6% non facendo divieto di commercializzazione della infiorescenza. Vi è poi la normativa comunitaria – recepita in Italia con stessa Legge n. 242/2016 – che parimenti ne ammette la produzione (e dunque anche la vendita).
In secondo luogo il parere del CSS non ha alcun effetto anche in quanto confligge anche con la Circolare 23 Maggio 2018 del Ministero delle Politiche Agricole, che consente la vendita dei fiori di Cannabis, Circolare questa emanata successivamente al parere e comunque prevalente rispetto a questo in quanto nella scala della gerarchia delle fonti giuridiche dell’ordinamento italiano la Circolare si trova in posizione sovraordinata rispetto al parere e come tale lo rende nullo (come accadrebbe per una legge che si trovasse in conflitto con una norma contenuta nella Costituzione; o con un regolamento che disponesse in senso contrario ad una legge ecc.).
Da ultimo, va anche considerato che il parere è un mero punto di vista e che come tale non ha alcuna efficacia normativa, per cui ben può ritenersi che allo stato il quadro normativo rimanga immutato.
Nutriamo poi dei forti dubbi circa il fatto che il parere del CSS possa aver aperto la strada ad un futuro divieto di commercializzazione delle infiorescenze di Canapa: l’ampiezza assunta dal mercato – con migliaia di negozi e numerose persone impiegate -, le stime che danno il mercato in continua crescita, la probabile legalizzazione della Cannabis con alto contenuto di THC anche in Italia come sta avvenendo in altri Paesi occidentali che solitamente fanno da “apripista” come gli USA (ed anche il Canada), sono tutte circostanze che depongono in questa direzione. Peraltro, ad oggi non vi sarebbe nemmeno un consenso parlamentare per porre divieti sul punto, posto che solo il Partito “Fratelli d’Italia” e parte della “Lega” sono contrari.
Probabilmente verranno introdotte delle regolamentazioni più stringenti, tipo che non si possono vendere fiori di Cannabis vicino alle scuole, ed obblighi di effettuare analisi più accurate sui prodotti da porre in vendita, ma la possibilità che ne verrà vietata la vendita è da escludersi.
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