La Cannabis terapeutica in Italia: la Guida completa

La Cannabis terapeutica in Italia: la Guida completa

In questo articolo spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sulla Cannabis terapeutica in Italia. Sembrerà strano, tuttavia nel nostro Paese in linea teorica tutti possono usufruire della Cannabis terapeutica.

L’unico “scoglio” da superare è quello di trovare un medico disposto a prescriverla, ed al riguardo va detto che qualsiasi medico può farlo, anche il medico di base. E’ sufficiente una mera ricetta “bianca”.

Nella prassi però occorre rilevare come molti medici non accettano di prescriverla, e questo per le più svariate ragioni; eppure nessun curante si fa problemi nel prescrivere farmaci che derivano dall’oppio (come la codeina, la morfina ecc.)…

Dati alla mano ad oggi almeno il 60% dei medici non accetta di prescriverla o non vuole nemmeno sentirne parlare, nonostante il fatto che la Cannabis terapeutica sia un farmaco come tutti gli altri.

Vi sono poi quei medici che rispondono di non conoscere la materia e che si informeranno prima, dimostrando un atteggiamento di apertura culturale. Quelli solitamente più “aperti” sono i medici di base, quelli che invece oppongono più resistente sono gli oncologi ed i neurologi. Ad ogni modo non c’è possibilità di obbligare un medico a prescriverla e a fronte di un rifiuto non resta che rivolgersi ad altri.

La Cannabis terapeutica in Italia è diventata legge dal 2013, anche se sino ad oggi se n’è parlato pochissimo ed anche nelle Università di fatto non la si studia nè sono attivi dei corsi.

A differenza degli altri farmaci, nella terapia con la Cannabis terapeutica il paziente va seguito ed il medico / farmacista può dover cambiare il dosaggio di volta in volta a seconda dei casi, a seconda del soggetto e di come questi reagisce. Generalmente conviene partire con piccole dosi e poi in caso aumentarne il dosaggio qualora ciò si renda necessario.

La Cannabis terapeutica quindi è un farmaco diverso da tutti gli altri, si dice che “non è finito” in quanto la cura va calibrata caso per caso.

I costi. La Cannabis terapeutica non è a buon mercato, e questo dipende anche dalla sua scarsità. I costi si aggirano sui 9-11 € al grammo, ed il THC è attorno al 20%, anche se ci possono essere variazioni sia in termini di costi che di contenuto di THC. In linea teorica può essere un farmaco mutuabile, e quindi la scelta se farlo pagare al paziente o se rimborsarlo è rimessa alla Regione di riferimento. Nulla osta a che una Regione possa renderlo mutuabile ad esempio per due particolari patologie ed a pagamento per tutti gli altri casi. O che sia un farmaco sempre a pagamento come avviene nella Regione Marche.

Come si diceva nell’incipit, la ricetta è possibile richiederla anche al proprio medico di base. Si possono anche sentire le farmacie se sono a conoscenza di dottori disposti a prescriverla.

In Italia vi sono farmacie che spediscono in tutta Italia anche a pazienti che vivono fuori Regione. Ad oggi su 19.000 farmacie esistenti in Italia, 700 preparano ed elargiscono la Cannabis terapeutica. La difficoltà nel reperire le farmacie che trattano questo farmaco deriva dal fatto che le stesse non possono fare alcuna pubblicità sul punto.

Proprietà terapeutiche ed effetti collaterali. Le proprietà terapeutiche riconosciute alla Cannabis sono svariate, come ad esempio quelle di: combattere l’insonnia, la sindrome di tourette, la sclerosi multipla, l’epilessia, di essere antipsicotica; di apportare benefici in ipotesi di: lesioni del midollo spinale, nausea, vomito, perdita di appetito ecc.. Gli effetti collaterali possono consistere in bocca secca, capogiri, fastidio alla gola, battito cardiaco accellerato, psicosi (in limitati casi); effetti collaterali che peraltro svaniscono definitivamente dopo un pò di tempo dall’ultima assunzione.

Mettersi alla guida di un veicolo. Per legge ci si può mettere alla guida solo dopo 24 ore dall’ultima assunzione, altrimenti si rischia di vedersi sospesa la patente e di incorrere in sanzioni penali.

Al momento del rinnovo, a domanda circa l’assunzione di sostanze psicotrope, cosa si deve rispondere? Questione delicata è quella su quale sia la risposta da fornire nel momento in cui si va ad effettuare il questionario per il rinnovo della patente, e viene richiesto se si è assuntori di sostanze psicotrope. Sul punto ciascuna persona è opportuno che si consulti con il proprio legale e che valuti in cuor sua cosa sia meglio fare. La cosa certa è che dichiarando di non essere assuntori si può andare incontro all’incriminazione penale per il reato di “falso in atto pubblico” , qualora in ipotesi di incidente stradale il Giudicante vada ad effettuare un controllo accurato su quanto dichiarato in precedenza. Rischio peraltro teorico ma comunque esistente. Dall’altro lato il dichiarare di essere assuntori può comportare il dover sottoporsi ad ulteriori visite e colloqui sia con la Commissione Patenti sia con l’USL territorialmente competenti, enti che potranno valutare se è il caso di rinnovare o meno la licenza di guida o meno.

Una delle differenze sostanziali tra la Cannabis terapeutica e quella che si può trovare nel mercato illecito è che la prima è “standardizzata”, in quanto viene prodotta sempre allo stesso modo, non è seminata ma è clonata ed il clone va messo nella lana di roccia e tutte le piantine vanno collegate ad un computer che ne regola tutti gli aspetti in modo tale che il grado di THC, i terpeni, i cannabidioli ecc. presentino sempre le medesime caratteristiche. Mentre quella “illegale” può variare di volta in volta.

Oltre alla Cannabis terapeutica vi sono poi i farmaci alla Cannabis, che sono i seguenti:

  • BEDROCAN: sativa, con THC 19/22 e CBD<1%;
  • BEDROBINOL: sativa, con THC al 12% e CBD<1%;
  • BEDIOL: sativa, con THC al 6,5% e CBD all’8%;
  • BEDICA: indica, con THC al 14% e CBD<1%;
  • BEDROLITE: sativa, con THC allo 0,4% e CBD al 9%.

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